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RIPRISTINO E RECUPERO DELLA VIA LATINA E DELLA PORTA CAPUANA O DI SAN LORENZO

L'AQUINO ROMANA ERA ATTRAVERSATA AL SUO CENTRO DALLA VIA LATINA, STRADA CONSOLARE DEI PRIMI TEMPI DELLA REPUBBLICA; LA VIA LATINA COSTITUIVA ANCHE IL DECUMANO MASSIMO (LA VIA PRINCIPALE) DELL'ANTICA AQUINUM, CITTÀ GIÀ ESISTENTE NEL IV SECOLO AVANTI CRISTO..
Nonostante le distruzioni che l'antica città ha subito, e nonostante sia stata quasi rasa al suolo in tempi antichi, la via latina nel territorio aquinate ha però continuato ad esistere, tanto è vero che un tratto,  fino alla fine degli anni cinquanta,  ha continuato addirittura ad essere ancora percorribile.
Questo fino al tempo della costruzione dell'autostrada del sole quando si rese necessario un collegamento più sicuro e più comodo con la strada detta"leuciana" che  collegava Aquino con  la vicina Pontecorvo e poi con il casello autostradale.
Per realizzare questa nuova strada, naturalmente asfaltata,  furono rimossi anche alcuni tratti basolati della via latina, e un tratto superstite di circa 150 metri che scendeva verso la Madonna della Libera, venne ricoperto da montagne di detriti e terra di riporto della costruenda nuova strada che passava al suo fianco.
Quei cumuli di detriti che nascondevano completamente il
tratto originale della via latina non furono mai rimossi,  e su di essi crebbero naturalmente alberi e cespugli così numerosi da far dimenticare che la' sotto ci fosse nascosta questa preziosa testimonianza storico-archeologica della via latina.
Era un'esigenza improcrastinabile riportare alla luce il lungo tratto lastricato di basole nere della via latina.
Se ne fece carico l'allora assessore ai lavori pubblici e beni culturali dell'amministrazione Tomassi,  Antonino Grincia che avuto anche il consenso della soprintendente ai beni archeologici del Lazio Maria Luisa Veloccia Rinaldi,  e con una somma molto modesta concessa dall'amministrazione provinciale di Frosinone,  si mise all'opera affidando l'incarico dei lavori ad una cooperativa di ragazzi aquinati.
Tra  1985 e il 1986, l'opera fu compiuta e il tratto della via latina di Aquino,  venne riportato alla luce.
Tra l'altro furono anche sistemate ai lati due lunghe file di massi estratti dai materiali di risulta, e fu anche sistemata una staccionata che divideva la stessa strada romana dalla strada moderna asfaltata e che era stata causa del suo occultamento e dei vari scempi a cui fu sottoposta.
Contemporaneamente a questo intervento che riportò alla luce il bellissimo tratto della via latina aquinate , fu anche per la prima volta restaurata la porta romana di san Lorenzo o Capuana per cui da anni lo stesso assessore Grincia stava facendo pressioni sulla soprintendenza laziale e su altri enti perché la porta stessa era in precario equilibrio e aveva urgente necessità che si intervenisse per il restauro.
L'opera fu eseguita con un intervento
di 150 milioni stanziati a seguito delle scosse di terremoto del 1984.
Oltre al consolidamento e al restauro della porta di san Lorenzo, si procedette anche allo scavo e alla rimozione di circa un metro e mezzo di terrapieno che si era formato e consolidato nel tempo, e fu riportato alla luce anche il tratto della via latina alla base della stessa porta capuana.
A conclusione di questi due interventi,  si presentò la spettacolare visione di questo complesso archeologico del tratto della via latina culminante con la porta di san Lorenzo che si offriva alla vista di tutti,  nello stato in cui era alcuni decenni prima.
Un grande punto di attrazione culturale in più per Aquino e per tutto il territorio aquinate a testimonianza della lunga storia della città romana patria di Giovenale e di Pescennio Negro.

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